Con i tassi di interesse ai minimi storici offerti da titoli di Stato e obbligazioni in genere, i risparmiatori si stanno orientando su titoli più rischiosi al fine di ottenere un extra rendimento.
A parte le azioni o i prodotti del gestito (fondi e polizze) spinti dalle banche, alcuni dei prodotti finanziari che hanno attirato l'attenzione degli investitori più indipendenti ed esperti sono due tipologie di obbligazioni:
Ti rimando a questo video per maggiori info:
Per i titoli ammortizing invece va modificata la normale formula di calcolo dei rendimenti. Il rimborso a scadenze annuali infatti riduce la durata media del titolo (duration) che determina uno dei fattori di rischio. A parità di scadenza quindi, un titolo di questo tipo può essere preferibile, specie se come accade spesso viene paragonato ai titoli di pari caratteristiche senza considerare l’ammortamento. Succede infatti spesso che, per approssimazione, si consideri la sola scadenza finale. Ma proprio per effetto del rimborso a rate, questi titoli possono avere in realtà un rendimento effettivo superiore a quelli di pari scadenza.
Occorre però sottolineare come i principali titoli ammortizing disponibili in Italia siano titoli bancari subordinati. Subordinato significa che, in caso di problemi dell’emittente, il loro rimborso sarà subordinato al rimborso di tutti i titoli ordinari. Si tratta quindi di obbligazioni più rischiose, ovviamente in base anche alla solidità dell’emittente. Per questo è bene scegliere solo emittenti di primo ordine. Anche in questo caso ti rimando a questo video per maggiori informazioni:
A parte le azioni o i prodotti del gestito (fondi e polizze) spinti dalle banche, alcuni dei prodotti finanziari che hanno attirato l'attenzione degli investitori più indipendenti ed esperti sono due tipologie di obbligazioni:
- bond in valuta denominati appunto in una valuta diversa dall’euro, in particolare o il dollaro americano o una valuta emergente come la lira turca, il rand sudafricano e il real brasiliano
- obbligazioni ammortizing, titoli che invece di rimborsare tutto il capitale alla scadenza, presentano un piano di ammortamento con rimborso del capitale a rate (esempio classico: rimborso del 20% del capitale per ognuno degli ultimi 5 anni di vita del titolo).
Ti rimando a questo video per maggiori info:
Per i titoli ammortizing invece va modificata la normale formula di calcolo dei rendimenti. Il rimborso a scadenze annuali infatti riduce la durata media del titolo (duration) che determina uno dei fattori di rischio. A parità di scadenza quindi, un titolo di questo tipo può essere preferibile, specie se come accade spesso viene paragonato ai titoli di pari caratteristiche senza considerare l’ammortamento. Succede infatti spesso che, per approssimazione, si consideri la sola scadenza finale. Ma proprio per effetto del rimborso a rate, questi titoli possono avere in realtà un rendimento effettivo superiore a quelli di pari scadenza.
Occorre però sottolineare come i principali titoli ammortizing disponibili in Italia siano titoli bancari subordinati. Subordinato significa che, in caso di problemi dell’emittente, il loro rimborso sarà subordinato al rimborso di tutti i titoli ordinari. Si tratta quindi di obbligazioni più rischiose, ovviamente in base anche alla solidità dell’emittente. Per questo è bene scegliere solo emittenti di primo ordine. Anche in questo caso ti rimando a questo video per maggiori informazioni:
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