Nonostante il recente storno, le attese per il 2014 delle Borse mondiali sono positive. Nel 2014 ci si attende la ripresa economica anche nei paesi industrializzati, in particolare il ritorno del segno più anche in Europa.
A lungo si è discusso dell’attenuazione della politica espansiva della Banca Centrale Usa che pian piano stamperà sempre meno moneta da immettere sul mercato a sostegno dell’economia. La situazione è comunque ormai nota da mesi, e i mercati finanziari potranno godere di un’effettiva ripresa e consolidamento degli utili societari.
Resiste comunque un po’ di cautela e il pensiero largamente condiviso è che il 2014 non vedrà una crescita degli indici azionari simile al 2013.
Già a fine 2013 si è tornati a parlare di possibili bolle finanziarie. In particolare sull'azionario Usa, che lo scorso anno ha superato i massimi storici. Ma non esiste al momento una significativa sopravvalutazione del mercato sulla base degli utili. Anche alla luce del fatto che gli investimenti alternativi in obbligazioni rendono sempre meno, e quindi il premio al rischio per le azioni diventa sempre più positivo.
Una correzione, come quella in atto, era comunque possibile e anche auspicabile in quanto potrebbe essere un'occasione per entrare nel mercato (come avvenuto per esempio lo scorso maggio).
Il 2013 è stato un buon anno per gli investimenti azionari, in particolare le borse americane (Nyse +27,4 %). Anche l’Europa è andata complessivamente bene: +25,5%, con Parigi (+26,8 %), Madrid e Francoforte (+26,3 %) e Milano (+24,5 %).
Sorprendentemente, almeno in base alle attese, hanno deluso i paesi emergenti, ad iniziare dai Bric (Brasile, Russia, India e Cina), con un -11,3% in euro (Cina -5,1 % , Russia -6,9 %, India -11,9 % e Brasile -17,5 %).
La probabilità che nel 2014 le Borse continuino a crescere è più alta per i “classici” paesi sviluppati, in particolare gli Stati Uniti e la Gran Bretagna.
Wall Street nel 2014 potrebbe non correre come l’anno precedente, conservando comunque un trend di crescita. Le Borse Usa potranno inoltre beneficiare (almeno dalla prospettiva di un investitore in euro) del probabile rafforzamento del dollaro sull’euro (ci si attende infatti un aumento dei tassi Usa che porterà al rafforzamento della valuta americana). Il fattore cambio quindi potrebbe dare un rendimento aggiuntivo (a cui si somma però ovviamente anche un rischio maggiore).
Anche Milano potrà beneficiare di una crescita complessiva, ma rimane una Borsa marginale e particolarmente soggetta, nel bene e nel male, alle turbolenze dei mercati. Non sorprende quindi che, anche in queste settimane, sia un giorno la borsa peggiore e il giorno dopo la borsa migliore d’Europa.
In linea generale ricordo che la Borsa Italiana pesa molto poco sull’intera quota dei mercati mondiali. E’ quindi un errore investire eccessivamente, o peggio esclusivamente, sulla Borsa nostrana (in finanza comportamentale si parla di “home o domestic bias”, vale a dire la preferenza nell’allocazione del risparmio per ciò che è nazionale).
Come detto in un precedente articolo è anche importante diversificare sfruttando prodotti come gli Etf o i fondi di investimento, evitando (salvo si sia esperti e si abbia tempo per seguire i mercati) i singoli titoli. Tramite gli Etf si può investire in una zona geografica ma anche in un settore o in particolari società (es. quelle che distribuiscono alti dividendi).
Non bisogna però ora, dopo il 2013, pensare che tutto sia cambiato. I paesi emergenti, magari non tutti, sono ancora quelli con le migliori prospettive di crescita sia nel breve che nel medio-lungo. Sono però venuti al pettine i problemi già noti da tempo.
In particolare per quei paesi, si pensi alla Turchia, che hanno finanziato la crescita durante la crisi attraverso afflussi di capitale esteri e oggi subiscono pesantemente i tradizionali bruschi cambi di direzione di tali flussi.
Lo storno del 2013 ha creato anche delle opportunità, più evidenti in paesi come Cina e Messico. Potranno andare bene anche i mercati più “vicini” ai paesi industrializzati: Est Europa (Polonia, Ceca, Ungheria) e Corea del Sud.
Ma gli emergenti rappresentano allo stesso tempo un'opportunità e una minaccia. I maggiori rischi arrivano da Brasile, Turchia, Indonesia e Sudafrica. Mentre l’India rimane a metà tra minaccia e opportunità. Il problema è che le Borse sono emotive, per cui se i flussi di capitali verso queste economie si interrompono, la crisi potrebbe propagarsi a tutti.
In un'ottica di breve meglio quindi rimanere alla finestra. Se si investe invece nel medio-lungo periodo sicuramente la Cina, e in seconda battuta Messico, Corea, Est Europa e magari India, devono esserci nel tuo portafoglio.
Alcuni settori che hanno corso molto, si pensi a quelli del lusso, potrebbero ora essere sopravvalutati.
Il settore finanziario (banche e assicurazioni), soprattutto nei paesi come l’Italia, sarà ancora una volta quello più volatile. Per cui, se le cose andranno come da previsioni potranno dare i migliori risultati, e viceversa.
La crisi ci ha insegnato che pure con le obbligazioni si può perdere. Le azioni rimangono però sempre più rischiose, anche se ovviamente offrono potenzialmente risultati migliori. Ritengo, per chi se lo può permettere, opportuno allocare una quota di portafoglio finanziario dedicata alle azioni.
Evitale se:
A lungo si è discusso dell’attenuazione della politica espansiva della Banca Centrale Usa che pian piano stamperà sempre meno moneta da immettere sul mercato a sostegno dell’economia. La situazione è comunque ormai nota da mesi, e i mercati finanziari potranno godere di un’effettiva ripresa e consolidamento degli utili societari.
Resiste comunque un po’ di cautela e il pensiero largamente condiviso è che il 2014 non vedrà una crescita degli indici azionari simile al 2013.
Già a fine 2013 si è tornati a parlare di possibili bolle finanziarie. In particolare sull'azionario Usa, che lo scorso anno ha superato i massimi storici. Ma non esiste al momento una significativa sopravvalutazione del mercato sulla base degli utili. Anche alla luce del fatto che gli investimenti alternativi in obbligazioni rendono sempre meno, e quindi il premio al rischio per le azioni diventa sempre più positivo.
Una correzione, come quella in atto, era comunque possibile e anche auspicabile in quanto potrebbe essere un'occasione per entrare nel mercato (come avvenuto per esempio lo scorso maggio).
L’andamento dei mercati azionari nel 2013
Iniziamo ovviamente dal punto di partenza: l’andamento delle Borse nel 2013.Il 2013 è stato un buon anno per gli investimenti azionari, in particolare le borse americane (Nyse +27,4 %). Anche l’Europa è andata complessivamente bene: +25,5%, con Parigi (+26,8 %), Madrid e Francoforte (+26,3 %) e Milano (+24,5 %).
Sorprendentemente, almeno in base alle attese, hanno deluso i paesi emergenti, ad iniziare dai Bric (Brasile, Russia, India e Cina), con un -11,3% in euro (Cina -5,1 % , Russia -6,9 %, India -11,9 % e Brasile -17,5 %).
Su quali mercati puntare nel 2014
Le previsioni andrebbero sempre prese come tali, ne è dimostrazione proprio l’andamento inatteso, almeno un anno fa, dei mercati emergenti che ha contraddistinto il 2013 e questo inizio 2014.La probabilità che nel 2014 le Borse continuino a crescere è più alta per i “classici” paesi sviluppati, in particolare gli Stati Uniti e la Gran Bretagna.
Wall Street nel 2014 potrebbe non correre come l’anno precedente, conservando comunque un trend di crescita. Le Borse Usa potranno inoltre beneficiare (almeno dalla prospettiva di un investitore in euro) del probabile rafforzamento del dollaro sull’euro (ci si attende infatti un aumento dei tassi Usa che porterà al rafforzamento della valuta americana). Il fattore cambio quindi potrebbe dare un rendimento aggiuntivo (a cui si somma però ovviamente anche un rischio maggiore).
Anche Milano potrà beneficiare di una crescita complessiva, ma rimane una Borsa marginale e particolarmente soggetta, nel bene e nel male, alle turbolenze dei mercati. Non sorprende quindi che, anche in queste settimane, sia un giorno la borsa peggiore e il giorno dopo la borsa migliore d’Europa.
In linea generale ricordo che la Borsa Italiana pesa molto poco sull’intera quota dei mercati mondiali. E’ quindi un errore investire eccessivamente, o peggio esclusivamente, sulla Borsa nostrana (in finanza comportamentale si parla di “home o domestic bias”, vale a dire la preferenza nell’allocazione del risparmio per ciò che è nazionale).
Come detto in un precedente articolo è anche importante diversificare sfruttando prodotti come gli Etf o i fondi di investimento, evitando (salvo si sia esperti e si abbia tempo per seguire i mercati) i singoli titoli. Tramite gli Etf si può investire in una zona geografica ma anche in un settore o in particolari società (es. quelle che distribuiscono alti dividendi).
I paesi emergenti
L’andamento dei mercati finanziari dei paesi emergenti insegna come in finanza occorra evitare i facili entusiasmi. Negli ultimi anni in molti si sono lanciati in previsioni ottimistiche su questi mercati, mentre la crisi dell’Euro giustificava i discorsi sulla fine di un’epoca.Non bisogna però ora, dopo il 2013, pensare che tutto sia cambiato. I paesi emergenti, magari non tutti, sono ancora quelli con le migliori prospettive di crescita sia nel breve che nel medio-lungo. Sono però venuti al pettine i problemi già noti da tempo.
In particolare per quei paesi, si pensi alla Turchia, che hanno finanziato la crescita durante la crisi attraverso afflussi di capitale esteri e oggi subiscono pesantemente i tradizionali bruschi cambi di direzione di tali flussi.
Lo storno del 2013 ha creato anche delle opportunità, più evidenti in paesi come Cina e Messico. Potranno andare bene anche i mercati più “vicini” ai paesi industrializzati: Est Europa (Polonia, Ceca, Ungheria) e Corea del Sud.
Ma gli emergenti rappresentano allo stesso tempo un'opportunità e una minaccia. I maggiori rischi arrivano da Brasile, Turchia, Indonesia e Sudafrica. Mentre l’India rimane a metà tra minaccia e opportunità. Il problema è che le Borse sono emotive, per cui se i flussi di capitali verso queste economie si interrompono, la crisi potrebbe propagarsi a tutti.
In un'ottica di breve meglio quindi rimanere alla finestra. Se si investe invece nel medio-lungo periodo sicuramente la Cina, e in seconda battuta Messico, Corea, Est Europa e magari India, devono esserci nel tuo portafoglio.
Quali settori?
Quando l’economia riparte si punta solitamente ai settori cosiddetti ciclici, come industriali e tecnologici. Soffrono invece, a causa dell’aumento dei tassi di interesse, quelli più indebitati: utility e telecomunicazioni.Alcuni settori che hanno corso molto, si pensi a quelli del lusso, potrebbero ora essere sopravvalutati.
Il settore finanziario (banche e assicurazioni), soprattutto nei paesi come l’Italia, sarà ancora una volta quello più volatile. Per cui, se le cose andranno come da previsioni potranno dare i migliori risultati, e viceversa.
La crisi ci ha insegnato che pure con le obbligazioni si può perdere. Le azioni rimangono però sempre più rischiose, anche se ovviamente offrono potenzialmente risultati migliori. Ritengo, per chi se lo può permettere, opportuno allocare una quota di portafoglio finanziario dedicata alle azioni.
Evitale se:
- non hai un’ottica di investimento di medio-lungo periodo: es. sei anziano, devi acquistare a breve la casa etc.
- sei fortemente avverso al rischio: se ti preoccupano eccessivamente le perdite e non sei in grado di gestirle emotivamente.
sinceramente io penso che il mercato azionario italiano, crollerà quest'anno perchè siamo in vista delle elezioni.
RispondiEliminaqui ci saranno 2 scenari possibili:
vittoria del M5stelle e i mercati azionari affonderanno, perchè così vuole la politica tradizionalista che controlla i mercati per screditare i 5 stelle.
Vittoria del pd o pdl, crollo graduale, con successiva rimonta a seguito di uleriori tasse e patrimoniali.
Io sinceramente credo che ora come ora sia molto meglio aspettare e magari ricorrere alla vecchia e cara mattonella!
Ciao, è mai possibile che solo io prenda l'iniziativa di risponderti!
RispondiEliminaRagazzi,, lettori dei articoli di Luca "Banca del risparmio"
datate voce e spieghiamo a Anonimo che questa non è la sezione politica.
Qui leggiamo solo ti finanza, di prodotti bancari, assicurativi, di come tutelarci da conti correnti troppo cari.
Tranquillo che qui non cadrà nessun mercato.E sappi che l'Italia non è il mondo.
Con le piattaforme delle banche si arriva oltre i confini dell'Italia.
Cerchiamo di usare questo spazio non per fare pubblicità negativa su chicchessia, ma costruttiva.
ciao
non posso che quotare Desiré.
RispondiEliminaAnonimo, ti invito (oltre che magari a mettere un tuo nickname) a non ragionare con l'ideologia politica quando si tratta di soldi. Come detto da Desiré, e anche evidenziato nell'articolo, l'Italia è un piccolo puntino nei mercati finanziari. Ci sono tante alternative!
Per Luca:
RispondiEliminanon si tratta di ideologia politica, ma di dire la realtà delle cose.
Basta prendere un grafico storico economico e masticare un minimo di finanza, per capire cosa è accaduto durante le elezioni politiche passate.
Puntualmente i mercati crollano!
Bisognerebbe essere più chiari onde evitare di far perdere soldi agli italiani, in un periodo mai come quello odierno di enorme instabilità, politica ed economica.
A desirè:
Non esiste mercato finanziario che non si muova in sincronia con la situazione politica del paese. Politica ed economia sono strettamente correlate fra loro.
Il resto sono chiacchiere ed utopia.
E' vero l'italia è un puntino nei mercati finanziari mondiali, ma dubito che chi investe all'estero, abbia bisogno dei consigli di banca del risparmio....con tutto il rispetto!