Il prossimo 7 novembre ci sarà il consueto appuntamento mensile della BCE dove il governatore Draghi illustrerà gli scenari economici europei.
Molti operatori, dopo i recenti dati sull’inflazione europea, si attendono provvedimenti importanti, in particolare il taglio del tasso di interesse ufficiale dello 0,25% (oggi allo 0,5%) o quanto meno l’apertura ad un taglio per il prossimo mese di dicembre. Molti si aspettano anche una nuova operazione di rifinanziamento delle banche (Ltro3) che immetta liquidità nel sistema.
Vediamo come tutto questo può influire sul rendimento dei tuoi titoli e in particolare del nuovo Btp Italia.
La frenata dei prezzi è legata alla forza dell’euro verso le principali valute e al ribasso delle materie prime, in particolare del petrolio, ma anche escludendo i beni energetici il tasso di inflazione sarebbe sceso allo 0.8%.
Quello che molti temono è il fenomeno della deflazione, praticamente inflazione negativa ossia prezzi in ribasso. In paesi come Italia e Spagna, al netto del rialzo delle tasse, la deflazione è già un dato di fatto. La gente infatti non ha soldi da spendere e le imprese non investono.
La deflazione è il contrario di quanto serve a questi paesi indebitati, poiché aumenta il fardello del debito e ostacola la ripresa. L’esempio è il Giappone che da molti anni convive con bassi tassi e deflazione che hanno fatto esplodere il debito pubblico, in rapporto a un PIL nominale stabile o in discesa per il calo dei prezzi.
Ma il rischio deflazione riguarda anche la Germania e può espandersi a livello globale. Non è un caso il recente monito lanciato dal Tesoro Usa contro la Germania. Purtroppo i giornali italiani pubblicano queste notizie senza approfondirle, lasciando quindi intendere che si tratti di pure schermaglie politiche. In realtà invece l’accusa americana contro la Germania è fondata e soprattutto dovrebbe essere sostenuta dalle autorità europee e italiane in primis.
La politica dell’austerity e il rigoroso controllo dei prezzi infatti allontanano la crescita economica. E con un PIL in calo, nonostante l’aumento delle tasse o il taglio della spesa pubblica, l’indebitamento non migliora. E’ di oggi la notizia che l’Istat stima il PIL italiano in calo nel 2013 dell’1,8%, con una ripresa nel 2014 di +0,7% (definirla una ripresa, dopo anni di segno negativo, mi sembra comunque ottimista).
Rispetto ad una settimana fa sul mercato sono intervenuti due importanti fatti:
Ma a questi due fatti si aggiunge l’incognita di giovedì. Cosa farà il governatore della BCE Mario Draghi? Il mercato si attende un suo intervento, e questo è già in parte scontato nei valori delle azioni e delle obbligazioni.
Potrebbe appunto valere la pena aspettare di vedere cosa fa Draghi, sempre che non chiudano prima il collocamento del Btp Italia (ricordo che la chiusura sarà comunque annunciata la sera prima, lasciando ancora aperti gli ordini per la mezza giornata successiva).
Se la BCE taglia i tassi, il 2,15% del Btp Italia non sarà probabilmente alzato, anzi la differenza con gli altri titoli sul mercato potrebbe aumentare a suo vantaggio (anche se come detto il taglio è in parte già scontato nei prezzi).
Se giovedì Draghi non taglia, e soprattutto non lascia intravvedere ipotesi di taglio a dicembre e di un nuovo LTRO (immissione di liquidità sui mercati), allora c’è un forte rischio di caduta delle quotazioni di azioni e obbligazioni (ricordo che per le obbligazioni un calo delle quotazioni si traduce in un aumento dei rendimenti). E a quel punto il nuovo Btp Italia, se fosse già stato fissato definitivamente il 2,15%, potrebbe pure rendere meno dei precedenti Btp Italia già sul mercato (va comunque considerato che acquistare un Btp Italia sul mercato comporta il pagamento di una commissione di negoziazione, inoltre non darà diritto al premio fedeltà ).
Se invece il 2,15% non sarà già definitivo, sarà probabilmente aumentato a fine collocamento.
La contemporanea discesa dei tassi di mercato e dell'inflazione italiana ha quindi reso il nuovo Btp Italia meno appetibile dei precedenti. Il Btp Italia emesso lo scorso aprile ha appena staccato una cedola con tasso annuo lordo del 3,7%. Con la situazione attuale questo nuovo titolo potrebbe offrire una prima cedola non superiore al 3% annuo (es. 2,15 più 0,7 di inflazione). Vero però che con l'attuale situazione dei tassi le alternative per un investitore prudente non sono superiori (abbiamo per esempio visto che il Btp a 4 anni offre un rendimento inferiore al 2,5%). Un titolo da acquistare quindi senza troppe illusioni, senza vendere ciò che si ha già in portafoglio e possibilmente con un occhio a cosa succederà sui mercati e a Francoforte nei prossimi giorni.
ps. per chi opera online, l'Isin del nuovo Btp Italia è It0004969207.
Molti operatori, dopo i recenti dati sull’inflazione europea, si attendono provvedimenti importanti, in particolare il taglio del tasso di interesse ufficiale dello 0,25% (oggi allo 0,5%) o quanto meno l’apertura ad un taglio per il prossimo mese di dicembre. Molti si aspettano anche una nuova operazione di rifinanziamento delle banche (Ltro3) che immetta liquidità nel sistema.
Vediamo come tutto questo può influire sul rendimento dei tuoi titoli e in particolare del nuovo Btp Italia.
Il pericolo deflazione
Come detto le attese degli operatori sono improvvisamente mutate con la comunicazione dell’inflazione europea ad ottobre, scesa allo 0,7% su base annua dall’1,1% del mese precedente. Anche l’inflazione italiana è scesa allo 0,7% nonostante l’aumento dell’Iva.La frenata dei prezzi è legata alla forza dell’euro verso le principali valute e al ribasso delle materie prime, in particolare del petrolio, ma anche escludendo i beni energetici il tasso di inflazione sarebbe sceso allo 0.8%.
Quello che molti temono è il fenomeno della deflazione, praticamente inflazione negativa ossia prezzi in ribasso. In paesi come Italia e Spagna, al netto del rialzo delle tasse, la deflazione è già un dato di fatto. La gente infatti non ha soldi da spendere e le imprese non investono.
La deflazione è il contrario di quanto serve a questi paesi indebitati, poiché aumenta il fardello del debito e ostacola la ripresa. L’esempio è il Giappone che da molti anni convive con bassi tassi e deflazione che hanno fatto esplodere il debito pubblico, in rapporto a un PIL nominale stabile o in discesa per il calo dei prezzi.
Ma il rischio deflazione riguarda anche la Germania e può espandersi a livello globale. Non è un caso il recente monito lanciato dal Tesoro Usa contro la Germania. Purtroppo i giornali italiani pubblicano queste notizie senza approfondirle, lasciando quindi intendere che si tratti di pure schermaglie politiche. In realtà invece l’accusa americana contro la Germania è fondata e soprattutto dovrebbe essere sostenuta dalle autorità europee e italiane in primis.
La politica dell’austerity e il rigoroso controllo dei prezzi infatti allontanano la crescita economica. E con un PIL in calo, nonostante l’aumento delle tasse o il taglio della spesa pubblica, l’indebitamento non migliora. E’ di oggi la notizia che l’Istat stima il PIL italiano in calo nel 2013 dell’1,8%, con una ripresa nel 2014 di +0,7% (definirla una ripresa, dopo anni di segno negativo, mi sembra comunque ottimista).
Cosa fare con il Btp Italia
Nell’articolo di una settimana fa avevo indicato un range di rendimento reale del Btp Italia compreso tra il 2,1 e il 2,25%. Oggi il Tesoro ha comunicato il rendimento reale minimo del Btp Italia in collocamento da domani: 2,15%, rendimento che ricordo potrà poi essere ulteriormente alzato a fine collocamento.Rispetto ad una settimana fa sul mercato sono intervenuti due importanti fatti:
- la comunicazione degli indici di inflazione in pesante ribasso
- la riduzione dei tassi di mercato, spinti anche dall’ipotesi di un prossimo taglio della BCE (per esempio il Btp novembre 2017 ora rende il 2,47% contro il 2,63% di una settimana fa).
Ma a questi due fatti si aggiunge l’incognita di giovedì. Cosa farà il governatore della BCE Mario Draghi? Il mercato si attende un suo intervento, e questo è già in parte scontato nei valori delle azioni e delle obbligazioni.
Potrebbe appunto valere la pena aspettare di vedere cosa fa Draghi, sempre che non chiudano prima il collocamento del Btp Italia (ricordo che la chiusura sarà comunque annunciata la sera prima, lasciando ancora aperti gli ordini per la mezza giornata successiva).
Se la BCE taglia i tassi, il 2,15% del Btp Italia non sarà probabilmente alzato, anzi la differenza con gli altri titoli sul mercato potrebbe aumentare a suo vantaggio (anche se come detto il taglio è in parte già scontato nei prezzi).
Se giovedì Draghi non taglia, e soprattutto non lascia intravvedere ipotesi di taglio a dicembre e di un nuovo LTRO (immissione di liquidità sui mercati), allora c’è un forte rischio di caduta delle quotazioni di azioni e obbligazioni (ricordo che per le obbligazioni un calo delle quotazioni si traduce in un aumento dei rendimenti). E a quel punto il nuovo Btp Italia, se fosse già stato fissato definitivamente il 2,15%, potrebbe pure rendere meno dei precedenti Btp Italia già sul mercato (va comunque considerato che acquistare un Btp Italia sul mercato comporta il pagamento di una commissione di negoziazione, inoltre non darà diritto al premio fedeltà ).
Se invece il 2,15% non sarà già definitivo, sarà probabilmente aumentato a fine collocamento.
La contemporanea discesa dei tassi di mercato e dell'inflazione italiana ha quindi reso il nuovo Btp Italia meno appetibile dei precedenti. Il Btp Italia emesso lo scorso aprile ha appena staccato una cedola con tasso annuo lordo del 3,7%. Con la situazione attuale questo nuovo titolo potrebbe offrire una prima cedola non superiore al 3% annuo (es. 2,15 più 0,7 di inflazione). Vero però che con l'attuale situazione dei tassi le alternative per un investitore prudente non sono superiori (abbiamo per esempio visto che il Btp a 4 anni offre un rendimento inferiore al 2,5%). Un titolo da acquistare quindi senza troppe illusioni, senza vendere ciò che si ha già in portafoglio e possibilmente con un occhio a cosa succederà sui mercati e a Francoforte nei prossimi giorni.
ps. per chi opera online, l'Isin del nuovo Btp Italia è It0004969207.
Ciao Luca, domanda: quali conseguenze ci sarebbero in una deflazione globale?
RispondiElimina2) come è considerata la mezza giornata successiva in borsa ( 12 o 12.30 o ore 13 ?) grazie tutto molto interessante ciao
ciao, il secondo grafico, pur semplificando, illustra bene gli effetti della deflazione: recessione economica e quindi aumento disoccupazione e riduzione del PIL. Quest'ultimo, considerando che molti paesi, incluso il nostro, sono fortemente indebitati, farebbe aumentare notevolmente il rapporto debito/PIL. Ovviamente ulteriori tasse per recuperare il rapporto non farebbero altro che alimentare un circolo vizioso che porta a maggior recessione (parlo al condizionale, ma di fatto è quello che è successo in Italia negli ultimi anni).
RispondiEliminaPer il BTP Italia, con il successo odierno, penso che chiudano domani (ore 14). Anche il tasso del 2,15% dovrebbe essere confermato a questo punto.