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26/10/11

Tassazione sul Forex al 20% e minusvalenze deducibili

Tassazione-ForexGià in passato più volte mi ero occupato del tema tassazione sul Forex, il mercato delle valute. A lungo infatti non era chiaro se i guadagni in tale mercato fossero soggetti a tassazione. L’unico riferimento normativo era l’articolo 67 del DPR n.917  del 22/12/1986 che stabiliva con certezza che i guadagni sulle operazioni in valuta andavano tassati se:
  • nell'anno solare, la giacenza complessiva di tutti i depositi e conti correnti in valuta intrattenuti sia superiore a 51.645,69 euro (i vecchi 100 milioni di lire)
  • per almeno 7 giorni lavorativi continui.
Si trattava di condizioni che difficilmente riguardavano il normale investitore fai-da-te, per cui molti traders del Forex per mesi sono andati avanti convinti che per le normali operazioni di compravendita nessuna tassa fosse dovuta. Già ai tempi però sussistevano diversi dubbi sull’argomento.

Prima interpretazione: le tasse sul Forex si pagano

A fugare questi dubbi arrivo la risoluzione 67/E del 6 luglio 2010 dell’Agenzia delle Entrate con la quale si rilevava che:
  • le plusvalenze realizzate alla fine della giornata tramite contratti rolling spot (rollover) devono essere dichiarate nella sezione II del quadro RT di Unico. A queste si applica l'imposta sostitutiva nella misura del 12,50%;
  • le minusvalenze e i differenziali negativi non sono deducibili.
Questa interpretazione creò molto rumore tra i traders. Non tanto perché introduceva il concetto di tassazione sul Forex (visto che molti già lo ritenevano scontato) ma perché vietava la compensazione con le minusvalenze. Anche da parte degli intermediari si generò confusione tanto che Fineco  preferì, a tutela del cliente, adeguarsi alla disposizione, mentre altri intermediari come IwBank non modificarono la loro operatività lasciando al cliente la magagna di decidere cosa fare nella dichiarazione dei redditi. Ovviamente nulla veniva detto dai numerosi brokers esteri che non hanno alcun obbligo di sostituto di imposta nel nostro paese (spetta sempre all’investitore dichiarare i guadagni).

Seconda interpretazione: le minusvalenze sul Forex sono deducibili

In seguito però c’è stata una modifica nel cosiddetto Testo Unico della Finanza per cui i contratti di acquisto e vendita di valuta, estranei a transazioni commerciali sono stati assimilati ai contratti derivati.
A seguito di questa modifica Assosim a chiesto chiarimenti all’Agenzia delle Entrate, chiarimento che è arrivato con la risoluzione 2011/149353 del 19 ottobre 2011 con la quale si è convenuto che le minusvalenze sono deducibili. Questa deducibilità a vigore a partire dal 19 settembre 2010, data di entrata in vigore della modifica del TUF.
Con la manovra finanziaria estiva inoltre la tassazione sui derivati, e quindi sui contratti in valuta, è stata alzata al 20%.
In conclusione quindi le operazioni sul Forex sono tassate come le normali attività finanziarie: 20% con possibilità di dedurre eventuali minusvalenze. Tutti i dettagli li trovi nel libro La fiscalità nel Forex, per evitare di pagare sanzioni per errori nella Dichiarazione
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