Su Banca del Risparmio ho scritto una serie di 3 articoli sulla tassazione del Forex.
Da questi articoli due erano le indicazioni essenziali:
In sostanza l’Agenzia delle entrate ha stabilito che:
“Gentile ...,
recentemente l'Amministrazione Finanziaria ha pubblicato un parere (risoluzione n.67/E del 6 luglio 2010) in merito al trattamento fiscale delle plusvalenze e delle minusvalenze derivanti da operazioni nel mercato Forex.
Pur ritenendo che il servizio di compravendita di valuta a pronti "Forex" offerto da FinecoBank non rientri nella specifica casistica trattata dall'Agenzia delle Entrate, l'incertezza interpretativa in materia fiscale ci impone di applicare l'imposta sostitutiva sulla plusvalenza realizzata, anche nell'ottica di garantire una migliore tutela dei nostri clienti.
Sarà quindi applicata l'imposta sostitutiva del 12,5% su tutte le plusvalenze realizzate sul servizio Forex, nelle seguenti modalità , a partire da lunedi' 2 agosto 2010:
- se ha scelto il regime amministrato,la plusvalenza realizzata giornalmente con riferimento a ciascun cross andrà ad incrementare lo zainetto fiscale già in essere;
- se ha scelto il regime dichiarativo, la plusvalenza realizzata giornalmente con riferimento a ciascun cross verrà certificata da FinecoBank entro il 28 febbraio dell'anno successivo e sarà sua cura indicarla nella propria dichiarazione dei redditi, e in tal sede applicare l'imposta sostitutiva del 12,5%.
Precisiamo che eventuali minusvalenze e differenziali negativi realizzati giornalmente sul servizio Forex con riferimento a ciascun cross non sono ammesse in deduzione. Sono invece ammesse in deduzione le minusvalenze maturare nello zainetto fiscale non provenienti quindi dall'operatività in Forex.
Per maggiori dettagli la invitiamo a consultare la sezione Help del sito Fineco, dove troverà alcuni esempi esplicativi sulle modalità di applicazione della nuova fiscalità .
Grazie per aver scelto Fineco.
Cordiali saluti,”
In pratica Fineco sta dicendo: secondo noi le plusvalenze sul Forex rimangono non tassabili, ma nel dubbio preferiamo a tutela degli investitori trattenere le tasse di competenza sulla base dell’interpretazione dell’Agenzia delle Entrate.
Occorre solo aggiungere che più che per tutelare gli investitori, Fineco tutela se stessa: Fineco è tenuta per legge a trattenere (regime amministrato) o certificare (regime dichiarativo) le plusvalenze ai suoi clienti.
Allo stato attuale però solo Fineco ha dato seguito all’intervento dell’Agenzia delle Entrate. IwBank per esempio non ha fatto ancora nulla e sul sito si legge ancora che sul Forex non si pagano tasse salvo il caso in cui si mantengano giacenze superiori a 51.6645,69 euro (100 milioni di lire) per almeno 7 giorni lavorativi continui (come da vecchia interpretazione di legge).
Ovviamente nulla viene detto dagli intermediari stranieri. Questi infatti non sono tenuti a trattenere o certificare le tasse sulle plusvalenze. In questo caso quindi spetta a te tenere traccia dei guadagni e pagare le tasse.
La risposta infatti da una parte sembra trascurare alcuni elementi e dettagli del funzionamento del Forex, dall’altra ha in sostanza introdotto una nuova fattispecie di tassazione sugli investimenti finanziari.
Se può apparire equa e corretta una tassazione del 12,5% sul Forex non si capisce perché non consentire di detrarre le perdite (minusvalenze) come per qualsiasi altro tipo di investimento finanziario.
E’ chiaro che ora il Forex (operazioni spot o a pronti) perde molto del suo appeal. Con la nuova interpretazione anche su un’operazione chiusa in perdita ci si può ritrovare a pagare le tasse: si pensi ad un’operazione su due giorni chiusa in guadagno di 10 il primo giorno e poi in perdita di 20 il secondo.
Nell’attesa di ulteriori chiarimenti (dopo l’estate?) è consigliabile evitare di investire sul Forex con operazioni spot (a pronti). Si può provare ad operare a termine, con i Futures o i CFD (tassazione 12,5% con detraibilità delle minusvalenze). Tutti i dettagli li trovi nel libro La fiscalità nel Forex, guida completa per evitare errori.
Puoi sfruttare il periodo per “allenarti” su Forex e CFD con conti demo gratuiti:
Da questi articoli due erano le indicazioni essenziali:
- in Italia praticamente non si pagano tasse sui guadagni del Forex stante l’interpretazione attuale della legge da parte di investitori e intermediari;
- il quadro normativo italiano sul tema tassazione dei guadagni sul Forex è molto lacunoso e confuso.
Tassazione Forex e Agenzia delle Entrate
La situazione è cambiata radicalmente negli ultimi tempi. In seguito ad un interpello di un privato cittadino all’Agenzia delle Entrate, questa ha infatti dato una nuova interpretazione al tema tassazione sul Forex. Puoi trovare la risposta sul sito dell’Agenzia delle Entrate.In sostanza l’Agenzia delle entrate ha stabilito che:
- le plusvalenze realizzate alla fine della giornata tramite contratti rolling spot (rollover) devono essere dichiarate nella sezione II del quadro RT di Unico. A queste si applica l'imposta sostitutiva nella misura del 12,50%;
- le minusvalenze e i differenziali negativi non sono deducibili.
Reazione degli intermediari finanziari
La risposta dell’Agenzia delle Entrate non ha valore di legge, ma è comunque un’interpretazione difficile da ignorare. Pochi giorni dopo Fineco ha inviato ai propri clienti la seguente email:“Gentile ...,
recentemente l'Amministrazione Finanziaria ha pubblicato un parere (risoluzione n.67/E del 6 luglio 2010) in merito al trattamento fiscale delle plusvalenze e delle minusvalenze derivanti da operazioni nel mercato Forex.
Pur ritenendo che il servizio di compravendita di valuta a pronti "Forex" offerto da FinecoBank non rientri nella specifica casistica trattata dall'Agenzia delle Entrate, l'incertezza interpretativa in materia fiscale ci impone di applicare l'imposta sostitutiva sulla plusvalenza realizzata, anche nell'ottica di garantire una migliore tutela dei nostri clienti.
Sarà quindi applicata l'imposta sostitutiva del 12,5% su tutte le plusvalenze realizzate sul servizio Forex, nelle seguenti modalità , a partire da lunedi' 2 agosto 2010:
- se ha scelto il regime amministrato,la plusvalenza realizzata giornalmente con riferimento a ciascun cross andrà ad incrementare lo zainetto fiscale già in essere;
- se ha scelto il regime dichiarativo, la plusvalenza realizzata giornalmente con riferimento a ciascun cross verrà certificata da FinecoBank entro il 28 febbraio dell'anno successivo e sarà sua cura indicarla nella propria dichiarazione dei redditi, e in tal sede applicare l'imposta sostitutiva del 12,5%.
Precisiamo che eventuali minusvalenze e differenziali negativi realizzati giornalmente sul servizio Forex con riferimento a ciascun cross non sono ammesse in deduzione. Sono invece ammesse in deduzione le minusvalenze maturare nello zainetto fiscale non provenienti quindi dall'operatività in Forex.
Per maggiori dettagli la invitiamo a consultare la sezione Help del sito Fineco, dove troverà alcuni esempi esplicativi sulle modalità di applicazione della nuova fiscalità .
Grazie per aver scelto Fineco.
Cordiali saluti,”
In pratica Fineco sta dicendo: secondo noi le plusvalenze sul Forex rimangono non tassabili, ma nel dubbio preferiamo a tutela degli investitori trattenere le tasse di competenza sulla base dell’interpretazione dell’Agenzia delle Entrate.
Occorre solo aggiungere che più che per tutelare gli investitori, Fineco tutela se stessa: Fineco è tenuta per legge a trattenere (regime amministrato) o certificare (regime dichiarativo) le plusvalenze ai suoi clienti.
Allo stato attuale però solo Fineco ha dato seguito all’intervento dell’Agenzia delle Entrate. IwBank per esempio non ha fatto ancora nulla e sul sito si legge ancora che sul Forex non si pagano tasse salvo il caso in cui si mantengano giacenze superiori a 51.6645,69 euro (100 milioni di lire) per almeno 7 giorni lavorativi continui (come da vecchia interpretazione di legge).
Ovviamente nulla viene detto dagli intermediari stranieri. Questi infatti non sono tenuti a trattenere o certificare le tasse sulle plusvalenze. In questo caso quindi spetta a te tenere traccia dei guadagni e pagare le tasse.
L'imposta sul Forex ora è iniqua
Il tema delle tasse sul Forex era già molto confuso e incerto e necessitava di chiarimenti. L’intervento dell’Agenzia delle Entrate però sembra aver solo complicato la situazione.La risposta infatti da una parte sembra trascurare alcuni elementi e dettagli del funzionamento del Forex, dall’altra ha in sostanza introdotto una nuova fattispecie di tassazione sugli investimenti finanziari.
Se può apparire equa e corretta una tassazione del 12,5% sul Forex non si capisce perché non consentire di detrarre le perdite (minusvalenze) come per qualsiasi altro tipo di investimento finanziario.
E’ chiaro che ora il Forex (operazioni spot o a pronti) perde molto del suo appeal. Con la nuova interpretazione anche su un’operazione chiusa in perdita ci si può ritrovare a pagare le tasse: si pensi ad un’operazione su due giorni chiusa in guadagno di 10 il primo giorno e poi in perdita di 20 il secondo.
Nell’attesa di ulteriori chiarimenti (dopo l’estate?) è consigliabile evitare di investire sul Forex con operazioni spot (a pronti). Si può provare ad operare a termine, con i Futures o i CFD (tassazione 12,5% con detraibilità delle minusvalenze). Tutti i dettagli li trovi nel libro La fiscalità nel Forex, guida completa per evitare errori.
Puoi sfruttare il periodo per “allenarti” su Forex e CFD con conti demo gratuiti:
HO chiesto informazioni all'utente sulla Live Chat di Fineco e questo è quanto emerso!!!
RispondiEliminaNaturalmente buone notizie!
system: Benvenuto nella chat di Fineco: un operatore ti risponderà appena possibile.
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Valerio: Salve, volevo avere informazioni in merito alla tassazione sul Forex, in particolare, mi interessava sapere se Fineco trattiene direttamente le imposte del 12,50% sulle plusvalenze o meno?
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system: Sei collegato con Andrea
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Valerio: Salve, volevo avere informazioni in merito alla tassazione sul Forex, in particolare, mi interessava sapere se Fineco trattiene direttamente le imposte del 12,50% sulle plusvalenze o meno?
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Andrea: Buongiorno,
per i clienti in regime amministrato, la banca opera come sostituto d imposta e quotidianamente trattiene il 12,5% sulle plusvalenze maturate
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Valerio: Che cosa intende per regime amministrato?
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Andrea: Per regime amministrato si intende che è l'intermediario (la banca in questo caso) che le trattiene giornalmente le imposte da pagare, ossia il 12,5% sulle plusvalenze
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Valerio: Quindi nel mio caso, dove investire in modo autonomo tramite la vostra piattaforma, potrei usufruire del regime amministrato? E che costi comporta?
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Andrea: La scelta del regime fiscale non comporta alcun costo: lei deve semplicemente decidere se provvedere in maniera autonoma a dichiarare al fisco a fine anno, le plusvalenze generate oppure se dare icarico alla banca di provvedere in tal senso
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Valerio: Un ultima cosa poi la lascio, visto che comunque è stato gentilissimo! Volevo sapere, visto che in caso di plusvalenza le imposte vengono detratte quotidianamente dalle imposte, in caso di minusvalenza come mi devo comportare? Sono detraibili dalle plusvalenze? E soprattutto voi ritirate le plusvalenze in giornata o effettuate un calcolo complessivo a fine mese o fine anno?
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Andrea: Per ciò che concerne le minusvalenze, queste sono registrate dalla banca nella sua posizione fiscale e le servono per compensare plusvalenze future. In tal senso tali plusvalenze non saranno tasate del 12,5% per l'importo di minusvalenze presenti nella posizione fiscale
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Andrea: Per quanto riguarda invece la registrazione di plusvalenze e minusvalenze, in regime amministrato viene fatta quotidianamente (chiaramente se ci ono movimenti) mentre in regime dichiarativo viene fatta a fine anno potendo godere di una compensazione unica delle plusvalenze
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Valerio: Grazie mille! E' stato gentilissimo!
A presto.
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salve riguardo alle tasse,credo sia anche giusto pagarle,,se nella chiusura a fine anno uno ci rimette lo stato contribusce,visto che se li prende,dovrebbe anche partcipare alle perdite....
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