Prima di valutare dove investire nel 2011 vediamo come sono andate le cose nel 2010. E’ stato un anno tutto sommato positivo (eccetto per la Borsa Italiana) ma soprattutto ancora una volta molto volatile.
Non sono infatti finite le turbolenze sui mercati finanziari, questa volta a farne le spese sono stati soprattutto i titoli governativi di alcuni paesi europei: i cosiddetti PIGS. Le speculazioni su paesi come Grecia, Irlanda e Portogallo hanno condizionato
i mercati mondiali ma soprattutto quelli europei.
In America infatti l’economia è sotto la cura del “quantitative easing” cioè il tentativo della Fed di rianimare l’economia e salvaguardare il sistema finanziario americano apportando liquidità .
I paesi emergenti invece hanno continuato a correre anche oltre le previsioni continuando a far parlare di bolla speculativa che per ora però non si è palesata.
Nel grafico sono evidenziati quanto varrebbero a fine 2010 10.000 € investito a inizio anno (cliccaci sopra per vederla meglio).
Bene anche l’Asia e in generale i paesi emergenti, con però la Cina e il Brasile in negativo.
Dei tre grandi blocchi quindi il peggiore è ancora una volta l’Europa frenata sia dai timori sulla tenuta dei titoli pubblici di alcuni paesi periferici ma anche da una ripresa più lenta che altrove. Anche in Europa però ci sono forti distinguo con l’indice Dax tedesco che è cresciuto del 16% mentre l’indice italiano è sceso del 12%.
Le obbligazioni Corporate (aziendali) hanno comunque offerto un rendimento superiore all’inflazione.
Per i Titoli di Stato invece bene gli USA mentre come detto l’Europa ha pagato le turbolenze greche e irlandesi. A fine anno quindi i rendimenti dei Titoli di Stato nostrani sono risultati inferiori all’inflazione (questo perché parte della cedola è stata erosa dalla perdita di valore delle quotazioni a fronte del rialzo dei tassi di interesse). In compenso però chi acquista ora un BtP lo fa con rendimenti simili a quelli del 2008 con tassi di interesse netti sul decennale superiori al 4%.
Da sottolineare come ancora una volta i Fondi Comuni Obbligazionari e soprattutto i Monetari non hanno difeso il capitale dall’inflazione. Lo ripeto per l’ennesima volta: in una situazione di mercato con tassi di interesse molto bassi tali strumenti sono inefficienti in quanto le loro commissioni (a partire dallo 0,5%) si “mangiano” buona parte dei rendimenti.
Questa quindi la situazione nel 2010 ma è importante conoscerla per decidere dove investire nel 2011 in quanto è probabile che questi trend continueranno, almeno nella prima parte dell’anno. Lo vedremo meglio nel prossimo articolo che delinea gli scenari finanziari per il 2011.
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Torna all’indice Dove Investire nel 2011.
Non sono infatti finite le turbolenze sui mercati finanziari, questa volta a farne le spese sono stati soprattutto i titoli governativi di alcuni paesi europei: i cosiddetti PIGS. Le speculazioni su paesi come Grecia, Irlanda e Portogallo hanno condizionato
i mercati mondiali ma soprattutto quelli europei.
In America infatti l’economia è sotto la cura del “quantitative easing” cioè il tentativo della Fed di rianimare l’economia e salvaguardare il sistema finanziario americano apportando liquidità .
I paesi emergenti invece hanno continuato a correre anche oltre le previsioni continuando a far parlare di bolla speculativa che per ora però non si è palesata.
Quanto hanno reso nel 2010?
Una buona e semplice rappresentazione di quanto hanno reso i vari strumenti finanziari nel 2010 la recupero dal Corriere Economia.Nel grafico sono evidenziati quanto varrebbero a fine 2010 10.000 € investito a inizio anno (cliccaci sopra per vederla meglio).
Oro e materie prime
E stato ancora una volta l’anno dell’oro ma non solo. Anche il platino, il petrolio e molte altre commodities (materie prime) hanno infatti avuto forti rialzi. Il motivo è la domanda cinese e asiatica di materie prime. Per l’oro e il platino hanno giocato un ruolo importante anche la speculazione e il fatto di essere beni rifugio in una situazione di mercato ancora incerta.Azioni
E’ stato un buon anno anche per i mercati azionari ma con forti distinguo al loro interno. Molto bene l’America: nonostante i vari problemi di bilancio pubblico e sostenibilità del sistema finanziario, le grandi società USA sono tornate a fare buoni profitti.Bene anche l’Asia e in generale i paesi emergenti, con però la Cina e il Brasile in negativo.
Dei tre grandi blocchi quindi il peggiore è ancora una volta l’Europa frenata sia dai timori sulla tenuta dei titoli pubblici di alcuni paesi periferici ma anche da una ripresa più lenta che altrove. Anche in Europa però ci sono forti distinguo con l’indice Dax tedesco che è cresciuto del 16% mentre l’indice italiano è sceso del 12%.
Obbligazioni e Titoli di Stato
Il mercato obbligazionario (Titoli di Stato e obbligazioni bancarie e corporate) ha invece tutto sommato tenuto dopo un ottimo 2009. Anche in questo caso però ci sono andamenti differenziati.Le obbligazioni Corporate (aziendali) hanno comunque offerto un rendimento superiore all’inflazione.
Per i Titoli di Stato invece bene gli USA mentre come detto l’Europa ha pagato le turbolenze greche e irlandesi. A fine anno quindi i rendimenti dei Titoli di Stato nostrani sono risultati inferiori all’inflazione (questo perché parte della cedola è stata erosa dalla perdita di valore delle quotazioni a fronte del rialzo dei tassi di interesse). In compenso però chi acquista ora un BtP lo fa con rendimenti simili a quelli del 2008 con tassi di interesse netti sul decennale superiori al 4%.
Da sottolineare come ancora una volta i Fondi Comuni Obbligazionari e soprattutto i Monetari non hanno difeso il capitale dall’inflazione. Lo ripeto per l’ennesima volta: in una situazione di mercato con tassi di interesse molto bassi tali strumenti sono inefficienti in quanto le loro commissioni (a partire dallo 0,5%) si “mangiano” buona parte dei rendimenti.
Questa quindi la situazione nel 2010 ma è importante conoscerla per decidere dove investire nel 2011 in quanto è probabile che questi trend continueranno, almeno nella prima parte dell’anno. Lo vedremo meglio nel prossimo articolo che delinea gli scenari finanziari per il 2011.
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