Quando si parla di BTP, un assunto sembra sempre valido: la matematica non mente. O quasi.
Guardando solo i numeri, infatti, oggi i BTP a lunga scadenza (15-20 anni) offrono rendimenti più elevati — intorno al 4%, contro il poco più del 2% delle scadenze brevi (1-2 anni).
E allora perché non comprare solo titoli lunghi?
La risposta è semplice: il rendimento non è tutto. Entrano in gioco la durata, il rischio, l’andamento dei tassi e soprattutto le esigenze personali dell’investitore.
Vediamo perché molti consulenti indicano oggi i BTP a media scadenza (6-8 anni, rendimento ~3%) come la scelta più equilibrata.
1. Le Scadenze dei BTP: Cosa Conviene Davvero?
Negli ultimi mesi la “curva dei rendimenti” dei BTP — cioè il rendimento crescente man mano che aumenta la durata — si è inclinata di più.
-
Da inizio anno, passando dai titoli a 2 anni a quelli a 10 anni, il rendimento aggiuntivo è salito da +1,10% a +1,30%.
-
Anche sulle scadenze molto lunghe il trend è simile: dal +0,65% al +0,90% nel passaggio 10 → 30 anni.
Questo è accaduto per due motivi:
-
I rendimenti dei BTP fino a 7-8 anni sono scesi.
-
I rendimenti dei BTP sopra i 15 anni sono saliti.
Risultato: i BTP lunghi pagano molto di più, ma richiedono anche molta più pazienza (e tolleranza alle oscillazioni).
2. Lo Spread BTp/Bund: Quanto Può Scendere Ancora?
Lo spread oggi è intorno ai 74 punti base, vicino ai minimi degli ultimi anni.
Secondo gli esperti, potrebbe scendere ancora un po’, ma lo spazio residuo è limitato. Lo spread riflette infatti tre elementi:
-
la discesa dell’inflazione in area euro,
-
l’attesa di tagli dei tassi nel 2025,
-
una maggiore stabilità percepita nei conti pubblici italiani.
Ma attenzione: lo spread può scendere anche se la Germania peggiora, non solo se l’Italia migliora. Se il Bund sale di rendimento, il differenziale si restringe per “effetto relativo”.
Parte breve della curva: occhio alle illusioni
I BTP a 1-3 anni hanno già incorporato quasi del tutto le aspettative sui tagli BCE.
Questo significa che oggi hanno poco spazio di apprezzamento e offrono rendimenti più bassi rispetto ai mesi scorsi.
3. I Rischi dei BTP Lunghi (15-30 Anni)
Qui è necessario essere molto chiari:
i BTP ultra-long oscillano tantissimo quando i tassi si muovono.
Se i tassi salgono:
-
il valore di un BTP a 20-30 anni può crollare anche del 20-30%,
-
e potrebbero volerci anni per tornare in pari.
I consulenti, infatti, li raccomandano solo in casi specifici, come:
-
chi vuole flussi cedolari garantiti per decenni,
-
chi non si preoccupa delle oscillazioni intermedie,
-
chi ha obiettivi molto lontani nel tempo.
Per tutti gli altri?
Meglio evitare.
Il rendimento non compensa adeguatamente il rischio di duration.
4. Quando Ha Senso un BTP a 30 Anni?
Per obiettivi lunghissimi, la musica cambia.
Esempi:
-
costruire una sorta di “pensione integrativa fai da te”,
-
mettere da parte un capitale per figli o nipoti.
Un BTP 30 anni al 4,35% contro un’inflazione attesa poco sotto il 2% significa:
- rendimento reale stimato: quasi +2,5% annuo
Su 30 anni non è poco, e può battere l’aumento del costo della vita nel lungo periodo.
5. BTP a Media Scadenza (5-8 Anni): l’Equilibrio Migliore
Secondo molti consulenti, oggi le scadenze intermedie offrono:
-
rendimenti intorno al 3%,
-
rischio inferiore rispetto ai titoli ultra-long,
-
protezione migliore in caso di rialzi dei tassi,
-
volatilità moderata.
Un compromesso ideale per:
-
investitori prudenti,
-
risparmiatori con orizzonte 5-10 anni,
chi vuole stabilità senza rinunciare del tutto al rendimento.
6. Quanto Mettere in BTP? Le Regole del Portafoglio
In un portafoglio diversificato, i BTP non dovrebbero mai essere il mattone dominante, perché:
-
espongono interamente al rischio-Paese Italia,
-
non proteggono dall’inflazione come gli strumenti indicizzati,
-
non sostituiscono l’esposizione azionaria nel lungo periodo.
Indicazioni generali dai consulenti:
-
Investitore prudente o medio: 10-15% del portafoglio.
-
Investitore moderately aggressive, senza obiettivi specifici: 15-20%.
Quota oltre il 20%: solo per esigenze particolari e consapevoli.
Conclusioni: Quali BTP Convengono Oggi?
In sintesi:
| Tipo di BTP | Rendimento | Rischio | Quando conviene |
|---|---|---|---|
| 1-3 anni | ~2% | Basso | liquidità parcheggiata, attesa |
| 5-8 anni | ~3% | Moderato | scelta equilibrata per la maggior parte dei risparmiatori |
| 15-20 anni | ~4% | Alto | obiettivi precisi e lunghissimi, tolleranza alla volatilità |
| 30 anni | 4,35% | Molto alto | pensione integrativa, tesoretto per figli |
Il rendimento dei BTP oggi è interessante, ma il vero investimento intelligente non consiste nel scegliere il titolo che paga di più, bensì quello che si adatta meglio:
-
al proprio orizzonte temporale,
-
alla propria tranquillità emotiva,
-
al proprio approccio al rischio,
-
al ruolo complessivo nel portafoglio.
Il BTP può essere un tassello prezioso, ma — come ogni buon mattone — funziona solo se incastrato nel modo giusto all’interno dell’intera costruzione.


Nessun commento:
Posta un commento