In caso di furto, smarrimento, appropriazione indebita, clonazione o uso non autorizzato degli strumenti di pagamento, la prima cosa da fare è bloccare immediatamente la funzionalità del conto o della carta. Successivamente, bisogna richiedere all’istituto di credito il rimborso dell’importo delle operazioni non autorizzate e disconosciute dal cliente. La banca deve rispondere entro 15 giorni. Non è possibile subordinare la presa in carico della pratica a gravosi adempimenti operativi o alla richiesta di documentazione aggiuntiva come la copia della denuncia alle Autorità , che potrà essere richiesta solo in seguito, ai fini dell’istruttoria.
Le responsabilità della banca
Banca d’Italia ha recentemente ribadito che la banca, per non rimborsare, deve accertare che l’operazione disconosciuta sia stata causata dal mancato rispetto degli obblighi dell’utente (ad esempio, la custodia dello strumento di pagamento) per dolo o colpa grave. In assenza di tali condizioni, la banca è obbligata a rimborsare tempestivamente l’importo dell’operazione non autorizzata, senza necessità di un’immediata denuncia alle Autorità . Il riaccredito delle somme deve avvenire entro la fine della giornata operativa successiva alla comunicazione di disconoscimento. Tuttavia, la banca può successivamente dimostrare il dolo o la colpa grave dell’utente e, in tal caso, richiedere la restituzione dell’importo rimborsato.
La banca può decidere di non rimborsare immediatamente solo se ha il motivato sospetto che l’operazione non autorizzata derivi da un’attività fraudolenta del cliente. La denuncia non è obbligatoria e potrebbe persino essere controproducente, poiché la banca potrebbe utilizzarne i dettagli per ritardare il rimborso.
Per contrastare il fenomeno delle frodi e le insidie provenienti da vari canali (telefono, mail, web, SMS, WhatsApp, ecc.), Banca d’Italia si sta muovendo su più fronti. Ha avviato una campagna informativa contro le truffe insieme alle associazioni dei consumatori e ha condotto un’indagine ispettiva dopo aver lanciato un primo avvertimento agli intermediari finanziari il 30 ottobre 2023. Questa indagine ha portato Banca d’Italia a ricordare alle banche l’obbligo di rispettare il quadro normativo di riferimento (Dlgs 11/2010). Sono stati riscontrati rifiuti non fondati e carenze nei rimborsi, spesso appesantiti da adempimenti non richiesti dalla legge, come la denuncia.
Banca d’Italia ha quindi invitato nuovamente le banche a comunicare chiaramente alla clientela le tempistiche e le modalità per ottenere il rimborso. L’obiettivo è far conoscere agli utenti bancari i loro diritti e invitarli a segnalare le banche che non seguono le indicazioni previste dalle norme.
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