Da mesi sostengo la necessità di investire i soldi non lasciandoli sul conto corrente. In questo periodo, in cui la Borsa ha corso molto, specie quella italiana, al confronto diventano ancora più appetibili le obbligazioni, a partire dai titoli di stato. Per i più prudenti ho già consigliato di acquistare Btp Italia e Btp con scadenze brevi di 2-3 anni. Volendo un po' diversificare si possono anche allungare le scadenze, fino a 10 anni.
Resta il dilemma se preferire i titoli indicizzati all'inflazione o i tassi fissi puri in un contesto in cui non è chiaro in che tempi rientrerà l'inflazione e quale sarà la politica monetaria europea dopo il già annunciato rialzo del prossimo luglio. La scelta non è facile e non c'è una risposta certa. Ritengo però che la strategia migliore sia, partendo da quanto già presente nel tuo portafoglio finanziario, diversificare tra le due tipologie. Non lasciandosi ingannare dal calo della crescita dei prezzi, inflazione in calo è sempre inflazione che si aggiunge alla cedola del tuo titolo. Oltre al fatto che un piccolo risparmiatore dovrebbe anzitutto puntare a proteggere il proprio capiale dall'aumento dei prezzi.
Ho letto l'intervista di Jonathan Baltora, gestore del fondoAxa sul Corriere Economia e mi trovo abbastanza d'accordo. Sintetizzo il suo pensiero.
"Nelle obbligazioni legate all’inflazione c’è ancora valore". Il rallentamento dell’indice dei prezzi al consumo è guidato soprattutto dai prezzi dell’energia, mentre quelli dei prodotti alimentari, dei beni e dei servizi sono rimasti elevati. "Nonostante il forte rialzo dei tassi dell’ultimo anno, la maggior parte delle analisi suggerisce che la trasmissione della politica monetaria all’economia, e di conseguenza all’inflazione, richiede dai due ai cinque trimestri. Questo vuol dire che i passati rialzi dei tassi non sono stati ancora completamente assorbiti. Quindi,da qui alla fine dell’anno l’inflazione continuerà a rallentare ma pensiamo che l’inflazione potrebbe rivelarsi più resistente del previsto. In questo scenario, le inflation linked possono ancora offrire aggiungere valore al portafoglio. I livelli di inflazione prezzati nei bond sono abbastanza vicini agli obiettivi delle banche centrali, il che vuol dire che il mercato ha attualmente una prospettiva di inflazione che potrebbe rivelarsi eccessivamente ottimistica".
Baltora è convinto che questo sia il momento giusto per aggiungere obbligazioni ai portafogli, poiché i tassi di interesse reali, ovvero i rendimenti dei bond corretti per le aspettative di inflazione futura, sono a livelli ciclicamente elevati. "Tuttavia, il rischio principale è che l’inflazione si dimostri più resistente delle attese. L’aggiunta al portafoglio di inflazion linked ha quindi lo scopo di aumentare la duration mantenendo però una copertura contro l’inflazione futura. Adottiamo una struttura di portafoglio semplice, con la maggior parte degli investimenti concentrati in titoli di stato di Paesi sviluppati. Il vantaggio delle obbligazioni indicizzate all’inflazione è che, avendo emittenti investment grade, dovrebbero fornire un reddito superiore all’indice dei prezzi al consumo, in quanto le acquistiamo con un rendimento reale positivo.
In sostanza consiglia titoli legati all'inflazione con una durata di 3-5 anni, diversificando fra i vari paesi sviluppati.
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