Il mercato del Forex ha avuto un eccezionale sviluppo negli ultimi anni. Chiuso ai piccoli investitori fino a pochi anni fa, oggi grazie anche ad Internet, è possibile per chiunque acquistare o vendere una valuta, come dollaro o euro, tramite il proprio computer.
E lo si può fare praticamente ad ogni ora del giorno visto che il Forex, che non è un mercato finanziario centralizzato con scambi su una piazza specifica, è attivo 24 ore al giorno.
Ma l’esplosione del mercato delle valute ha generato molta confusione, anche al personale dell’Agenzia delle Entrate, su come calcolare e applicare le tasse sui guadagni derivanti dal trading sul Forex.
I guadagni derivanti dal trading online sul mercato delle valute sono considerati plusvalenze, al pari di quelle ottenute su qualsiasi altro mercato finanziario.
Tali plusvalenze sono quindi assoggettate all’imposta sostitutiva del 20% (26% dal 1° luglio 2014). Così come funziona per i ricavi su azioni e obbligazioni, si possono sottrarre le minusvalenze (le perdite), che se dichiarate, possono essere compensate con future plusvalenze ottenute fino al quarto anno successivo alla perdita.
Esempio: nel 2013 ho perso sul Forex 1.000 euro. Questa perdita potrò compensarla con le plusvalenze ottenute dal 2013 e fino al 2017 sia sul Forex, sia su qualsiasi altro strumento finanziario che consente la compensazione (es. azioni e obbligazioni).
Spesso gli intermediari del forex (brokers) hanno sede all’estero (anche quelli con filiale in Italia). Non sempre quindi l’intermediario opera come sostituto di imposta consentendo quindi di aderire al regime amministrato.
Cosa vuol dire regime amministrato? E’ il regime tipico e probabilmente quello che hai attivo con la tua banca italiana. In questo caso è la banca, o l’intermediario finanziario, a effettuare tutti i calcoli sui guadagni e le perdite, applicando quindi l’imposta sostitutiva del 20% sull’eventuale guadagno e versandola all’erario. Questo regime al vantaggio di evitarti tutte le operazioni di calcolo e pagamento, ma presenta anche degli svantaggi rispetto al regime alternativo, quello dichiarativo (per esempio paghi prima le tasse, non puoi compensare minus e plusvalenze su banche diverse etc).
Un intermediario straniero non può essere sostituto di imposta in Italia, per cui sarai tu a dover dichiarare i guadagni e pagare l’imposta, così come avviene nel regime dichiarativo. Al massimo il broker ti metterà a disposizione la sintesi fiscale annuale, rendicontandoti le operazioni effettuate e quindi i guadagni e le perdite conseguite.
Per dichiarare fiscalmente i guadagni del Forex dovrai compilare il modello Unico, in particolare il quadro RT “Plusvalenze di natura finanziaria” computando il totale dei corrispettivi nella sezione II-B di Unico al rigo RT41.
In questa sezione (quadro RT) vanno dichiarate tutte le plusvalenze e gli altri redditi diversi di natura finanziaria “indicati nell’art. 67, comma 1, lettere da c-bis) a c-quinquies), del TUIR” tra le quali rientrano le plusvalenze da attività di trading on-line su valute (Forex).
Dovrai contare e sommare tutte le plusvalenze (operazioni in guadagno, al netto di eventuali commissioni dell’intermediario) ottenute nell’anno precedente (es. nella dichiarazione fiscale del 2014 indicherai le operazioni del 2013). Eventuali perdite, anche di anni precedenti (non oltre il quarto) possono essere compensate con plusvalenze future, ma solo se riportate in Dichiarazione. Per questa ragione è opportuno compilare il modello Unico anche negli anni in cui sei in perdita.
Se compili solitamente il modello 730, non sei obbligato a compilare tutto il modello Unico. Ti basterà allegare al 730, il frontespizio dell’Unico (prima pagina) e la sezione RT.
Per effettuare il pagamento effettivo dell’imposta sostitutiva dovrai utilizzare il modello F24 (operazione che puoi fare ormai su tutti i siti online delle banche italiane) indicando tuoi dati fiscali (codice fiscale, cognome e nome, data e luogo di nascita). L’imposta si versa con il codice tributo "1100".
In F24 potrai compensare l’imposta sostitutiva sulle plusvalenze finanziarie con altre voci a credito.
L’operazione richiede la compilazione del modello RW in cui dovrai inserire il valore iniziale e finale del conto (le indicazioni da inserire potrebbero essere più complesse se operi molto). Inoltre, sulla base del saldo di fine anno (o di chiusura conto) dovrai calcolare l’Ivafe, il bollo sulle attività all’estero.
Questa tassa è analoga al bollo sugli investimenti depositati in Italia. Per calcolarla basta fare lo 0,15% (sarà lo 0,20% dal 2014, cioè per le imposte che pagherai nel 2015) per il saldo finale di ogni attività.
Ho cercato di semplificare un argomento non semplice. Il tema della tassazione sul Forex, specie con intermediario estero, richiede alcune conoscenze di base. Visto i rischi e la complessità, ti consiglio di non impreovvisare e affidarti ad un commercialista oppure seguire una guida come:
E lo si può fare praticamente ad ogni ora del giorno visto che il Forex, che non è un mercato finanziario centralizzato con scambi su una piazza specifica, è attivo 24 ore al giorno.
Ma l’esplosione del mercato delle valute ha generato molta confusione, anche al personale dell’Agenzia delle Entrate, su come calcolare e applicare le tasse sui guadagni derivanti dal trading sul Forex.
Quali tasse si pagano sul Forex?
Dopo i primi anni di dubbi e confusione, oggi la materia della tassazione sul mercato Forex è chiara, anche se non sempre semplice.I guadagni derivanti dal trading online sul mercato delle valute sono considerati plusvalenze, al pari di quelle ottenute su qualsiasi altro mercato finanziario.
Tali plusvalenze sono quindi assoggettate all’imposta sostitutiva del 20% (26% dal 1° luglio 2014). Così come funziona per i ricavi su azioni e obbligazioni, si possono sottrarre le minusvalenze (le perdite), che se dichiarate, possono essere compensate con future plusvalenze ottenute fino al quarto anno successivo alla perdita.
Esempio: nel 2013 ho perso sul Forex 1.000 euro. Questa perdita potrò compensarla con le plusvalenze ottenute dal 2013 e fino al 2017 sia sul Forex, sia su qualsiasi altro strumento finanziario che consente la compensazione (es. azioni e obbligazioni).
Broker estero
Ho più volte sottolineato l’importanza di operare con un intermediario affidabile e per lo meno autorizzato dalla Consob o da altra autorità analoga europea.Spesso gli intermediari del forex (brokers) hanno sede all’estero (anche quelli con filiale in Italia). Non sempre quindi l’intermediario opera come sostituto di imposta consentendo quindi di aderire al regime amministrato.
Cosa vuol dire regime amministrato? E’ il regime tipico e probabilmente quello che hai attivo con la tua banca italiana. In questo caso è la banca, o l’intermediario finanziario, a effettuare tutti i calcoli sui guadagni e le perdite, applicando quindi l’imposta sostitutiva del 20% sull’eventuale guadagno e versandola all’erario. Questo regime al vantaggio di evitarti tutte le operazioni di calcolo e pagamento, ma presenta anche degli svantaggi rispetto al regime alternativo, quello dichiarativo (per esempio paghi prima le tasse, non puoi compensare minus e plusvalenze su banche diverse etc).
Un intermediario straniero non può essere sostituto di imposta in Italia, per cui sarai tu a dover dichiarare i guadagni e pagare l’imposta, così come avviene nel regime dichiarativo. Al massimo il broker ti metterà a disposizione la sintesi fiscale annuale, rendicontandoti le operazioni effettuate e quindi i guadagni e le perdite conseguite.
Come dichiarare nel modello Unico in caso di broker estero
Questa parte vale in tutti i casi in cui il tuo intermediario, italiano o straniero, non operi da sostituto di imposta.Per dichiarare fiscalmente i guadagni del Forex dovrai compilare il modello Unico, in particolare il quadro RT “Plusvalenze di natura finanziaria” computando il totale dei corrispettivi nella sezione II-B di Unico al rigo RT41.
In questa sezione (quadro RT) vanno dichiarate tutte le plusvalenze e gli altri redditi diversi di natura finanziaria “indicati nell’art. 67, comma 1, lettere da c-bis) a c-quinquies), del TUIR” tra le quali rientrano le plusvalenze da attività di trading on-line su valute (Forex).
Dovrai contare e sommare tutte le plusvalenze (operazioni in guadagno, al netto di eventuali commissioni dell’intermediario) ottenute nell’anno precedente (es. nella dichiarazione fiscale del 2014 indicherai le operazioni del 2013). Eventuali perdite, anche di anni precedenti (non oltre il quarto) possono essere compensate con plusvalenze future, ma solo se riportate in Dichiarazione. Per questa ragione è opportuno compilare il modello Unico anche negli anni in cui sei in perdita.
Se compili solitamente il modello 730, non sei obbligato a compilare tutto il modello Unico. Ti basterà allegare al 730, il frontespizio dell’Unico (prima pagina) e la sezione RT.
Per effettuare il pagamento effettivo dell’imposta sostitutiva dovrai utilizzare il modello F24 (operazione che puoi fare ormai su tutti i siti online delle banche italiane) indicando tuoi dati fiscali (codice fiscale, cognome e nome, data e luogo di nascita). L’imposta si versa con il codice tributo "1100".
In F24 potrai compensare l’imposta sostitutiva sulle plusvalenze finanziarie con altre voci a credito.
Bollo sulle attività finanziarie all’estero e RW
Se operi con un Forex broker straniero, i tuoi soldi sull’account saranno depositati in un conto trading all’estero. Non importa in quale paese (europeo o non), in tutti i casi dovrai dichiarare la presenza di capitali all’estero per il monitoraggio fiscale.L’operazione richiede la compilazione del modello RW in cui dovrai inserire il valore iniziale e finale del conto (le indicazioni da inserire potrebbero essere più complesse se operi molto). Inoltre, sulla base del saldo di fine anno (o di chiusura conto) dovrai calcolare l’Ivafe, il bollo sulle attività all’estero.
Questa tassa è analoga al bollo sugli investimenti depositati in Italia. Per calcolarla basta fare lo 0,15% (sarà lo 0,20% dal 2014, cioè per le imposte che pagherai nel 2015) per il saldo finale di ogni attività.
Ho cercato di semplificare un argomento non semplice. Il tema della tassazione sul Forex, specie con intermediario estero, richiede alcune conoscenze di base. Visto i rischi e la complessità, ti consiglio di non impreovvisare e affidarti ad un commercialista oppure seguire una guida come:
- dichiarazione fiscale conto estero (in Svizzera nel caso specifico, ma fornisce istruzioni complete su come dichiarare conti e capitali all'estero)
che casino mamma mia, il gioco non vale la candela.
RispondiEliminafiguriamoci se per un guadagno di una pizza a settimana, uno deve impazzire a fare la dichiarazione.
ma visto che si parla tanto di europa unita, perchè spetta al cittadino scervellarsi a compilare la dichiarazione e a ricordarsi di non omettere alcun movimento fatto in un anno di trading sul forex?
visto che si parla tanto di unione europea, perchè non uniformano il regime fiscale in tutta europa?
la risposta è che negli altri stati, a differenza dell' italia, hanno capito che continuare a tartassare i profitti da operazioni finanziarie non serve ad altro che a far impoverire ancora di più il mercato e ad arricchire solo ed esclusivamente il governo.
articolo molto chiaro. Una sola domanda: in che sezione della dichiarazione dei redditi vanno dichiarate le minusvalenze (nel caso di sistema dichiarativo ? grazie.
RispondiEliminaquadro RT. Ma se hai questi dubbi meglio un commercialista o una guida completa!
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