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18/10/17

Banche italiane e rischio Italia

Questo articolo è un po' un mix tra la classica rassegna stampa e un normale post. Sfrutto e rimando infatti ad una serie di articoli di stampa e blog esterni per approfondimenti, descrivendo nel frattempo l'attuale e delicata situazione delle banche italiane, ma anche del nostro paese.

Anche ieri la Borsa italiana ha chiuso in rosso trascinata dalle banche nonostante i nuovi massimi di Wall Street.  In particolare negli ultimi giorni le quotazioni delle banche italiane hanno perso parecchio a seguito delle indiscrezioni sulle nuove regole europee imposte dalla BCE.


Nuove regole più stringenti su come stimare i debiti, che peseranno soprattutto sulle nostre banche, con un rischio di ulteriore stretta del credito alle imprese. Diverse autorità finanziarie e politiche italiane si sono già mosse per bloccare questa riforma, ma serviranno probabilmente a poco visto che le decisioni di massima sembrano già esser state assunte, in particolare in Germania. Come ben evidenziato da un noto e vecchio finanziere italiano, al massimo ci sarà qualche piccolo ritocco e qualch dilazione nei tempi. 


Occorre prendere atto che l'esito delle elezioni tedesche sta spingendo l'Europa verso la linea del rigore, linea che si rafforzerà ulteriormente con la fine del Quantitative Easing e la sostituzione di Draghi alla BCE (prevista nel primo semestre del prossimo anno). Con evidenti rischi per l’Italia e le sue banche, aggravati da una situazione politica statica e che nel 2018 affronterà una nuova tornata elettorale molto incerta, con un probabile esito di ingovernabilità.


Non a caso si è innescata una chiara speculazione al ribasso sui principali titoli italiani, soprattutto bancari, come evidenziato dalla posizione corta assunta da grandi fondi speculativi internazionali.

A peggiorare la situazione ci si mette anche l’agenzia di rating Moody’s che mantiene un outlook negativo sul sistema bancario italiano a causa della "persistente pressione sulle banche del paese affinche riducano i loro grandi stock di crediti problematici in un contesto di limitate opportunità di raccolta di capitali, di redditività ancora limitata e di significativa esposizione verso il governo italiano".

Il rischio, molto concreto, è quindi che politica europea e mercati finanziari converghino di nuovo contro l'Italia.  Non sarà un nuovo 2011, ma soprattutto a causa della debolezza della nostra politica, il 2018 potrebbe essere invece dell'anno del consolidamento della ripresa un nuovo anno di stop.

E' comunque molto difficile fare previsioni perché negli ultimi anni, anche perché "drogati" dalla liquidità delle banche centrali, i mercati finanziari sono stati molto irrazionali. Occorre però ricordare come oggi i principali indicatori economici italiani (Pil, debito, rapporto pil/debito etc.) non sono migliori di quelli del 2011, quando la speculazione si scatenò portando lo spread Btp-Bund ai massimi livelli. Poi come si sa, è intervenuta la Bce. E sarà quindi la nuova linea dettata dalla Banca Centrale a definire i rischi per l'Italia e l'Europa, aprendo spazi e opportunità ai fondi speculativi.

Al momento quindi la ripresa ha spinto e spinge la Borsa italiana, ma nel 2018 potrebbe esserci un brusco risveglio. E' evidente che lo spartiacque saranno le elezioni politiche. Non è però detto che, come sta succedendo in Belgio e Olanda, il paese cresca nonostante l'assenza di un governo. E la crescita economica rimane la migliore difesa contro la speculazione. Viceversa, i mercati finanziari potranno ulteriormente peggiorare anche la congiuntura economica riportandoci in emergenza. Un bel intreccio insomma, che occorrerà monitorare costantemente per non rimanere sorpresi.

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