Una lettera di Banca Italia sta gettando nello scompiglio il mondo Forex italiano, in particolare gli intermediari (brokers) italiani che rischiano di chiudere la loro attività .
In pratica Banca d’Italia sta dicendo a tutti gli intermediari che svolgono attività sul Forex e sono registrati nell’albo previsto dall’art. 106 del Tub (Testo unico bancario), i cosiddetti money broker, che non potranno più far operazioni a leva.
Nel Forex la leva è la regola e si può arrivare anche a leva 200 o 500. Con l’effetto leva si possono guadagnare forti somme in poco tempo ma chiaramente si può perdere velocemente tutto quanto investito.
E’ chiaro che in un mercato come il Forex dove la leva è la regola, impedire agli intermediari italiani sul Forex di operare a leva significa prospettare la chiusura di queste attività , anche perché nel frattempo possono continuare ad operare i broker stranieri e gli intermediari bancari italiani.
Del resto anche altri paesi si stanno muovendo in tal senso. Negli Stati Uniti vi è una proposta in discussione per ridurre la leva al massimo a 10 per i piccoli investitori.
Il provvedimento di Banca d’Italia appare però repentino. Alcuni intermediari italiani hanno subito recepito il senso della lettera chiudendo immediatamente le posizioni a leva dei propri clienti (con ovvie proteste da parte di questi). Altri invece hanno preferito continuare aspettando un provvedimento ufficiale che potrebbe arrivare entro giugno.
La soluzione di Banca d’Italia sembra essere quella di spingere i broker Forex italiani ad assumere la forma giuridica degli intermediari prevista dall’art.107 del Tub. Questa però è più onerosa in termini di patrimonializzazione, di regolazione normativa e di gestione dei rischi e quindi non si può fare in breve tempo. Gli intermediari italiani stanno quindi aspettando delle linee guida per capire operativamente come agire
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La lettera di Banca Italia
La lettera dell’Istituto Centrale recita “Gli intermediari ex art.106 del Tub non possono assumere rischi nello svolgimento dell’attività di intermediazione in cambi…La negoziazione di un ordine per conto proprio (sia nei confronti di un cliente sia di una controparte di mercato) comporterebbe per il money broker l’assunzione di un rischio in proprio connesso alla transazione”In pratica Banca d’Italia sta dicendo a tutti gli intermediari che svolgono attività sul Forex e sono registrati nell’albo previsto dall’art. 106 del Tub (Testo unico bancario), i cosiddetti money broker, che non potranno più far operazioni a leva.
Cosa è la leva sul Forex
Le operazioni a leva sono quelle operazioni in cui si prende una posizione sul mercato investendo solo una percentuale di quanto necessario. Per esempio investendo 10 si può acquistare o vendere per 100. Una variazione dell’1% che portasse il valore acquistato a 101 significherebbe in questo caso un guadagno o una perdita del 10% (leva 10) in quanto si è guadagnato/perso 1 investendo 10.Nel Forex la leva è la regola e si può arrivare anche a leva 200 o 500. Con l’effetto leva si possono guadagnare forti somme in poco tempo ma chiaramente si può perdere velocemente tutto quanto investito.
E’ chiaro che in un mercato come il Forex dove la leva è la regola, impedire agli intermediari italiani sul Forex di operare a leva significa prospettare la chiusura di queste attività , anche perché nel frattempo possono continuare ad operare i broker stranieri e gli intermediari bancari italiani.
Quale soluzione per i broker Forex italiani?
La questione sollevata da Banca d’Italia è per certi versi giusta. Il rischio leva sul Forex si riversa su molti investitori ma anche sugli stessi intermediari che rischiano di saltare se non ben patrimonializzati.Del resto anche altri paesi si stanno muovendo in tal senso. Negli Stati Uniti vi è una proposta in discussione per ridurre la leva al massimo a 10 per i piccoli investitori.
Il provvedimento di Banca d’Italia appare però repentino. Alcuni intermediari italiani hanno subito recepito il senso della lettera chiudendo immediatamente le posizioni a leva dei propri clienti (con ovvie proteste da parte di questi). Altri invece hanno preferito continuare aspettando un provvedimento ufficiale che potrebbe arrivare entro giugno.
La soluzione di Banca d’Italia sembra essere quella di spingere i broker Forex italiani ad assumere la forma giuridica degli intermediari prevista dall’art.107 del Tub. Questa però è più onerosa in termini di patrimonializzazione, di regolazione normativa e di gestione dei rischi e quindi non si può fare in breve tempo. Gli intermediari italiani stanno quindi aspettando delle linee guida per capire operativamente come agire
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