Banca del Rispamio

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21/12/15

Come non pagare il bollo di fine anno sui tuoi investimenti

L’aspetto fiscale pesa ormai parecchio sulle decisioni di investimento visti i bassi rendimenti che offre il mercato. Nel precedente articolo abbiamo visto cosa fare per evitare di perdere le eventuali minusvalenze in scadenza. Un altro tema che preoccupa i risparmiatori, specie quelli con capitali sostanziosi, è il bollo dello 0,20% che si applica a fine anno sul saldo degli investimenti, oltre all’imposta di bollo fissa di 34,20 euro sui conti correnti e libretti di risparmio.

E’ possibile evitare questa tassa? Sì, ma non sempre conviene cercare di farlo.


Bollo su dossier titoli e investimenti

Per non pagare lo 0.20% sul valore di mercato dei titoli depositati sul dossier, dovresti venderli prima di fine anno per poi eventualmente riacquistarli a inizio anno.

Nel farlo devi prestare attenzione alla data di regolamento (valuta) dell’operazione che segue di 2-3 giorni lavorativi la data di negoziazione. Per esempio se vendi un’obbligazione quotata sul Mot (il mercato obbligazionario della Borsa italiana dove sono presenti i titoli di stato italiani e molte altre obbligazioni bancarie e societarie) il 28 dicembre, questa verrà regolata il 31. Se la vendi il giorno dopo invece passi al 2016 (il 4 gennaio che è il primo giorno 2016 di Borsa aperta). Devi quindi vendere entro il 28 dicembre e puoi già riacquistare dal 29 dicembre (attenzione questo esempio è fatto sul Mot, altri mercati possono avere un giorno di differenza).

Ma conviene questo “giochetto”. Spesso no, basti pensare che per la vendita e il successivo riacquisto paghi due volte le commissioni di negoziazione. Salvo che queste siano sotto lo 0,10% per operazione quindi non conviene.

Volendo poi essere precisi si perdono anche alcuni giorni di rateo interessi (se parliamo di obbligazioni) e soprattutto si corre il rischio di non riuscire a riacquistare al valore di vendita.
Questo trucco quindi nella maggioranza dei casi non conviene. Certo, se hai un titolo che pensi di vendere a brevissimo, può essere preferibile farlo prima di fine anno che all’inizio.

Conti deposito

Diverso invece il discorso per i conti di deposito. Su questi strumenti finanziari si paga il bollo proporzionale dello 0,20% sul saldo di fine anno (o su quello di fine periodo di rendicontazione se questa avviene con cadenza diversa dall’anno, es. trimestrale).

Prima di fine anno conviene (quasi) sempre fare un bonifico verso il conto corrente della liquidità libera (non vincolata). In questo modo pagherai solo il bollo minimo di 1 euro. O scritto quasi tra parentesi perché c’è un caso in cui può non convenire, vale a dire quando girando i soldi sul conto corrente vai a superare la giacenza media di 5.000 euro facendo scattare il bollo fisso da 34,2 euro. Se quest’ultimo è più alto di quello che avresti pagato sul deposito, non conviene.

Facciamo un esempio per chiarire.  Se hai sul conto deposito libero la somma di 17.500 euro, spostandola sul conto corrente prima di fine anno risparmi 34 euro di bollo (avresti pagato un bollo di 35 euro invece paghi solo il minimo di 1).

Ma se spostando questa cifra sul conto corrente, la giacenza media del periodo (che in questo caso suppongo annuale) supera i 5.000 euro, andresti a pagare 34,2 euro fissi. In totale quindi paghi 35,2 euro contro i 35 euro che avresti pagato lasciando tutto sul deposito.

Conto corrente e libretti di risparmio

Sui conti correnti e i libretti di risparmio si paga il bollo fisso di 34,2 euro annui se e solo se la giacenza media del periodo è superiore a 5.000 euro. Per evitare il il bollo quindi occorre mantenere mediamente i saldi sotto questa cifra, sfruttando eventualmente i conti deposito o altri conti correnti a zero spese. A questo possono servire anche i conti online a zero spese come Fineco o Che Banca.

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