Banca del Rispamio

Utili consigli per risparmiare in banca!

11/09/13

Sicurezza obbligazioni bancarie– rischi delle diverse tipologie

Questo articolo segue la serie su “Cosa succede in caso di fallimento della mia banca”.

Nel precedente articolo abbiamo visto che gli investimenti depositati sul dossier titoli non sono coinvolti dal fallimento della banca. Ma con l'importante eccezione delle azioni e delle obbligazioni della stessa banca. Importante perché soprattutto le obbligazioni delle banche sono molto diffuse tra i piccoli risparmiatori.

Le azioni della banca sono ovviamente  le più impattate dal fallimento, il loro valore infatti può diventare perfino nullo nel caso in cui dopo la liquidazione non rimangano abbastanza soldi per rimborsare il capitale.


Rischi obbligazioni banca

Le obbligazioni di una banca da questo punto di vista sono meno rischiose, ma fino ad un certo punto. Anzitutto occorre sapere che tipo di obbligazione abbiamo in portafoglio. Possiamo dividerle in tre macrocategorie:
  1. covered
  2. senior (la tipologia più frequente)
  3. subordinate.
I covered bond sono obbligazioni garantite (covered) da attività finanziarie ben individuate. Sono pertanto le più sicure ma in genere sono acquistate da grandi investitori istituzionali.
Le obbligazioni senior o ordinarie sono i titoli più diffusi. I titoli più rischiosi sono quelli subordinati che a loro volta sono suddivisibili in diverse tipologie in ordine di rischiosità crescente: Tier 3, Lower Tier 2, Upper Tier 2 e Tier 1.

Perché questa distinzione fra le diverse categorie? Per capirlo occorre spiegare cosa succede in caso di fallimento (o liquidazione).

Cosa succede quando una banca fallisce (concordato)

In questi casi la banca viene commissariata e il commissario deve cercare di capire se e come salvare la banca. Tutti i creditori della banca sono messi in fila in base alle loro priorità. Per legge sono anzitutto garantiti i dipendenti e lo Stato.

Poi seguono coloro che hanno garanzie reali (es. ipoteche) o personali. I covered bond rientrano in pratica fra questi essendo garantiti da attività finanziarie ben individuate.  Gli obbligazionisti ordinari invece partecipano come ogni altro creditore senza privilegi (e abbiamo visto come le nuove regole possano richiedere un loro sacrificio parziale prima di interventi di salvataggio statali o comunitari) per cui saranno rimborsati solo successivamente.

I possessori di obbligazioni subordinate infine possono essere soddisfatti solo dopo che tutti gli altri creditori lo sono già stati. Sono quindi creditori di ultima istanza con il forte rischio di non essere rimborsati (in toto o in parte) in quanto il capitale è stato esaurito per i precedenti rimborsi.
La figura degli obbligazionisti subordinati è di fatto una via di mezzo fra azionisti e obbligazionisti, solo gli azionisti difatto rischiano di più. Ci sono poi, come abbiamo visto, differenze all’interno dei bond subordinati, differenze che richiedono un articolo a parte che pubblicherò prossimamente.

Negli ultimi anni molte obbligazioni subordinate sono state collocate anche ai clienti allo sportello, a volte con lo specchietto del maggior tasso (essendo più rischiose, le obbligazioni subordinate hanno un rendimento superiore alle ordinarie) ma senza spiegarne il funzionamento ed i rischi.

Esiste veramente un rischio? I precedenti

Per l’importanza che riveste il sistema bancario, il fallimento o la liquidazione rimane un’ipotesi spesso remota, salvo per banche di piccole dimensioni. In genere è più probabile o il salvataggio dello Stato (nazionalizzazione totale o parziale, o prestito tipo MPS) o il salvataggio tramite l’intervento di altre banche. In tali casi quindi la scelta di salvaguardare in toto o in parte il capitale di azionisti e obbligazionisti dipende da vari fattori.

Esemplare il caso della banca olandese SNS che è stata nazionalizzata. Nel farlo, lo Stato olandese, ha salvaguardato i depositanti e gli obbligazionisti ordinari. Gli azionisti e i possessori di obbligazioni subordinate invece hanno perso tutto il loro capitale.

Dopo questo caso, e quello delle banche cipriote (in cui sono stati colpiti anche i depositi oltre 100.000 euro), la UE ha introdotto le nuove regole (che ricordo devono ancora entrare in vigore) che subordinano l’intervento statale o comunitario ad un minimo di sacrificio da parte di azionisti e obbligazionisti, anche ordinari  (e nel caso anche correntisti oltre i 100.000 euro). Vedi l’articolo sulle regole comunitarie in caso di fallimento bancario.

Vedremo poi in un prossimo articolo come ci siano attualmente in Italia diverse banca monitorate o sotto commissariamento da parte della Banca d’Italia.

2 commenti:

  1. Quindi per stare tranquilli basta investire in C/DEP.,magari vincolati,rimanendo sotto ai 100.000 euro per ciascun depositante(nel caso di due coniugi sotto ai 200.000 euro).E' GIUSTO?

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  2. Beh, una tranquillità al 100% non esiste mai. Se il sistema tracolla, anche il fondo di tutela serve a poco.

    Se si rimane entro i limiti si hanno certamente maggiori sicurezze. Meglio evitare comunque le piccole banche ora in difficoltà.
    Considera che se interviene il fondo di tutela, questo risarcisce il capitale e non gli interessi. Inoltre i fondi possono rimanere bloccati per 1 o 2 mesi prima di essere restituiti.

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