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14/12/10

La mancata lezione di Wall Street 2 - Il denaro non dorme mai

Anche se è passato un po’ di tempo da quando l’ho visto, mantengo la promessa fatta a me stesso di fare una recensione sul film Wall Street 2 – Il denaro non dorme mai, il sequel del primo Wall Street, sempre girato da Oliver Stone.

Del primo film è rimasto solo il protagonista, quel Gordon Gekko interpretato da Michael Douglas che è diventato un’icona per molti appassionati di finanza e Borsa. C’è anche una piccola apparizione di 
Charlie Sheen che in Wall Street  interpretava il broker Bud Fox, broker che rappresentava lo yuppismo anni ‘80 ma che alla fine ebbe uno scatto morale e incastrò Gekko.

La storia di Wall Street 2

Wall Street 2 è uscito ben 23 anni dopo il primo film, chiaramente sulla spinta della recente crisi finanziaria.  E infatti nel film si ripercorrono gli eventi della crisi, dal fallimento di Lehman Brothers (Keller Zabel nel film) al salvataggio delle altre banche da parte del governo USA.

Questa la trama:

Sono passati 21 anni e lo squalo di Wall Street Gordon Gekko ha terminato di scontare la sua pena detentiva. Ormai ai margini della comunità finanziaria tenta comunque di mettere in guardia Wall Street dall’arrivo della grande crisi, ma sembra che nessuno voglia ascoltarlo. Gekko tenta allora di riallacciare i legami con sua figlia la quale è legata sentimentalmente a Jacob Moore, giovane professionista.

E il trailer del film:



La mia opinione sul film

Personalmente Wall Street 2 mi è piaciuto molto poco, direi anche che è stata una delusione se rapportato al primo. Certo spesso accade per i sequel, ma in questo caso la differenza  è abissale.

Film prevedibile, lento e noioso: poca azione, tanti luoghi comuni e troppo buonismo.
Storia poco credibile. Il fin troppo giovane broker, una relazione d’amore poco appassionante, la relazione padre – figlia non convincente, un finale rapido e sentimentale (troppe lacrime per essere un film su Wall Street).

Per quanto riguarda gli attori bene i “vecchi”: buono Douglas nonostante gli siano state fatte citare eccessive lezioni di storia e di morale sul crollo della borsa e non abbia il carisma del primo film, e soprattutto ottimo Brolin.

Da notare la partecipazione di Eli Wallach (95 anni!)  il brutto de “Il buono, il brutto e il cattivo”.

Male i due giovani sposini. Soprattutto LaBeouf, il giovane broker, che risulta poco credibile nel ruolo: troppo “bambino” (e tra l’altro il doppiaggio italiano peggiora ulteriormente le cose).

Mi consolo con il trailer di Wall Street:


 

La lezione finanziaria del film

Ma visto che Banca del Risparmio non è un blog di recensioni cinematografiche, mi piace sottolineare un aspetto che nel film è stato appena toccato.

Se Wall Street aveva ben colto lo spirito della finanza anni ‘80, quest’ultimo film non lo coglie.
Nella parte iniziale del film Louis Zabel, capo della banca d’affari Keller Zabel, sottolinea come ormai non capisca più nemmeno lui in cosa sta investendo.

Ed è questa la profonda differenza dagli anni ‘80. Rapportata ad oggi la Borsa di quei tempi era qualcosa di molto semplice. Due o tre grandi  mercati mondiali dove si svolgevano prevalentemente scambi di quote (azioni) di società di cui si poteva conoscere (quasi) tutto.

Oggi i mercati sono tanti e decentralizzati, molte società soprattutto dei mercati emergenti sono pressoché scommesse sconosciute, non esistono più piazze finanziarie ma solo scambi elettronici, non si investe più prevalentemente in società ma in strumenti finanziari derivati e con leva finanziaria.

E per finire il trading non è più fatto da uomini ma da sistemi di trading automatico, vale a dire programmi software che vendono e comprano automaticamente (sorprenderà molti sapere che già oggi la maggioranza degli scambi finanziari è gestita tramite questi programmi).

Insomma, come detto bene nel film: non si capisce più cosa si sta facendo. Ed è quello che è successo prima della crisi e succede tuttora.

Per fortuna ci sono ancora le icone del vecchio capitalismo, come Warren Buffett. Il suo insegnamento è proprio l’antitesi di questo sistema:
  • investire nel lungo periodo, analizzando molto bene ciò che si acquista
  • comprare società di valore sottovalutate
  • non investire in ciò che non si conosce.
Sono queste le linee guida che qualsiasi investitore dovrebbe seguire.

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